L'operazione di rimozione delle toppe, iniziata lo scorso 20 giugno
dall'equipe coordinata dall'esperta tessile svizzera Mechtild
Flury-Leberg, si e' resa necessaria per eliminare la tensione tra i
tessuti della tela, in linea con il precedente studio del 1998 che
aveva portato alla soluzione dello srotolamento della Sindone. La Commissione
per la conservazione aveva infatti stabilito di custodire il lenzuolo disteso
invece che arrotolato, proprio per evitare che le pieghe danneggiassero
il sacro lino.
Fino allo scorso 22 luglio il gruppo di studiosi ha lavorato sulla Sindone,
disfacendo il rammendo certosino delle clarisse
francesi, che cinque secoli fa salvarono la tela dopo l'incendio che
il 4 dicembre del 1532 l'aveva bruciata in vari punti. Per il restauro
della Sindone, la Segreteria di Stato vaticana, riporta poi il quotidiano
torinese, ha dato l'assenso alla ''procedura accelerata, in virtu' dell'assoluta
fiducia di cui gode il cardinal Severino Poletto''. L'arcivescovo di Torino
custodisce infatti la sacra tela dal 1578, da quando cioe' il duca Emanuele
Filiberto la porto' nella citta'.
L'arcivescovo di Torino ha intanto fatto sapere che ''a meta' settembre
l'intervento sara' reso noto e documentato fotograficamente''. Una nuova
ostensione, dopo quella dell'anno del Giubileo, non sara' pero' possibile
prima del 2025 e, in quel momento, la Sindone mostrera' un'immagine diversa,
senza i rammendi che ne coprivano le bruciature.
(Rre/Pn/Adnkronos)