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Diana
Joan Andry Fulbright
è deceduta il 24 novembre 2017 all’età di 75 anni. Diana è stata direttore di
ricerca presso lo Shroud of Turin Center, Richmond, Virginia, sin dalla sua
fondazione nel 1997. Ha studiato la Sindone di Torino dal 1981, quando ha
incontrato Vernon Miller, fotografo ufficiale della Sindone per il gruppo di
ricerca dello STURP, al Brooks Institute di Santa Barbara. Ha conseguito la
laurea presso l'Università della California e ha svolto il suo dottorato
presso l'Università Ebraica di Gerusalemme. Diana ha insegnato studi religiosi
e lingue correlate presso l'Università dell'Iowa, l'Università della
California e il monastero benedettino di Richmond. È stata membro fondatore
dell'Associazione per l'educazione e la ricerca sulla Sindone di Torino ed è
stata membro attivo del Consiglio di amministrazione. Diana ha tenuto
relazioni sulla Sindone di Torino in congressi professionali a Parigi, a
Orvieto in Italia, a Gerusalemme, a Dallas, a St. Louis e in vari gruppi
ecclesiastici e organizzazioni civiche della grande area di Richmond e altrove
(Richmond Times Dispatch, 30 Novembre 2017)
In
occasione del Pellegrinaggio dei giovani del Piemonte e Valle D’Aosta a Roma,
alla vigilia dell’incontro con il Papa, l’11 e 12 agosto, e a breve distanza
dal Sinodo dei vescovi sui giovani, il 10 agosto la Sindone sarà esposta nel
luogo in cui si trova, cioè nella cappella sotto la tribuna reale del Duomo di
Torino: migliaia di giovani potranno avvicinarsi e contemplarla. Fino ad
allora la riflessione sulla Sindone segnerà il cammino di avvicinamento
all’appuntamento con il motto «L’Amore lasci il Segno» (Maria Teresa Martinengo, La Stampa,
21 novembre 2017)
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Alan
D. Whanger
è deceduto il 21 ottobre 2017 all’età di 87 anni. Alan si è laureato nel 1956
alla Duke University School of Medicine. Dopo uno stage e un tirocinio in
Chirurgia Generale nell'Ohio e un diploma in Medicina e Igiene Tropicale a
Londra, ha lavorato come medico missionario presso la United Methodist Church
dal 1961 al 1965 in un ospedale rurale nel paese che ora è lo Zimbabwe. Al suo
ritorno negli Stati Uniti, ha fatto un tirocinio in psichiatria alla Duke dal
1965 al 1968, seguito da una borsa di studio in psichiatria geriatrica dal
1968 al 1970. Rimase alla facoltà della Duke come professore di psichiatria
fino al suo pensionamento nel 1993. La pensione portò Alan a trasformare a
tempo pieno le sue considerevoli energie in quello che era stato un interesse
part-time dal 1977: la Sindone di Torino. Un acquisto casuale di un libro con
una fotografia intrigante sulla copertina - The Sacred Shroud, di Thomas
Humber - ha portato a molti anni di intensa ricerca, rivelando prove a
sostegno dell'autenticità della Sindone come tela sepolcrale di Gesù, portando
indicazioni non solo della sua morte ma della sua risurrezione. Nel perseguire
questa ricerca, Alan ha applicato la sua esperienza già esistente nella
fotografia e nell'analisi delle immagini e ha acquisito nuove conoscenze in
aree diverse come l'iconografia bizantina, la botanica mediorientale, le
monete antiche e le usanze ebraiche (Life Legacy, 22 ottobre 2017)
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Un grande studioso della
Sindone è tornato alla Casa del Padre.
Mario Moroni è deceduto ieri all'età di 84 anni ed era uno dei grandi studiosi
della Sindone. Era uno studioso, ma anche una grande persona. Sulla
scrivania sono rimasti i libri con i quali preparava le "lezioni" che teneva
agli studenti delle scuole della Brianza. Viveva a Robbiate, dove aveva sede
anche il gruppo di studiosi che, con lui, aveva approfondito gli studi sul
Sacro Lenzuolo. Sintetizzati nei 22 pannelli della mostra itinerante con la
quale illustrava gli approfondimenti, quali la simulazione dell'incendio di
Chambéry nel 1532, e i risultati raggiunti. Il suo interesse per la Sindone
risaliva all'ostensione del 1978. Oltre alla biblioteca specializzata, con 500
libri, disponeva di centinaia di pubblicazioni e decine di faldoni con i
risultati degli esperimenti promossi in 35 anni. Era autore di libri.
L'ultimo, "Lungo le strade della Sindone", lo aveva firmato con Francesco
Barbesino.
(www.merateonline.it/
- 3 aprile 2017)
Tra i molti interessi di Lennox c'era la Sindone di Torino, il panno
controverso che avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la sua crocifissione.
Lennox è entrato nella British Society for the Turin Shroud non molto
tempo dopo la sua fondazione alla fine degli anni Settanta, in un momento in
cui l'interesse dei media per l'argomento era particolarmente intenso. Da quel
momento in poi è stato un partecipante assiduo ogni volta che la società ha
ospitato conferenze a Londra, viaggiando in treno da Stirling proprio per
questo motivo, durante gli anni successivi. Lennox ha inoltre proseguito le
proprie ricerche originali sull'argomento, anche promuovendo una delle altre
ricerche di cui era appassionato, i viaggi di S. Paolo. Entrambe queste linee
di ricerca lo hanno portato in Turchia, dove nel caso della Sindone ha aperto
la strada all'esplorazione delle chiese della Cappadocia scavate nella roccia,
fotografando molto abilmente - tra molte altre cose - le loro raffigurazioni,
spesso gravemente danneggiate, ma ispirate alla Sindone, del Cristo
Pantocratore, e anche le raffigurazioni, fino a quel momento poco conosciute,
dell'immagine di Edessa, il leggendario panno 'perduto' della Chiesa orientale
ortodossa impresso con l'immagine di Cristo, identificato con la Sindone in
modo controverso.
Nell'aprile del 1994 Lennox ha tenuto una memorabile conferenza illustrata su
queste ricerche a un incontro molto seguito della British Society for the
Turin Shroud tenutosi presso il New Cavendish Club di Londra.
Successivamente nello stesso anno la sua monografia degli stessi risultati è
stata pubblicata in Australia dal promotore australiano degli studi sulla
Sindone Rex Morgan, MBE (Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico). Anche se
mia moglie Judith ed io emigrarono in Australia l'anno successivo (del tutto
indipendentemente dalla connessione con Rex Morgan!), Lennox si è regolarmente
tenuto in contatto con noi per i due decenni successivi. Solo negli ultimi
anni le e-mail inviate da lui tornarono a essere comunicazioni postali
tradizionali, al che Lennox descrisse in modo pittoresco gli sforzi erculei,
suoi e di Ruth nel tentativo di rimanere il più indipendenti possibile,
nonostante avessero passato i novant'anni!
Lennox è stato benedetto con una diversità e universalità di interessi, tra
questi la scienza medica, necessaria per la sua professione odontoiatrica, e
la conoscenza dell'arte e della storia, necessaria per i suoi studi sui
dipinti sulla roccia in Cappadocia, un'universalità che sta purtroppo
diventando decisamente troppo rara in questo mondo del XXI secolo, così
ossessionato dall'essere specialisti in un campo e dalle comunicazioni. Quando
i test di datazione al radiocarbonio effettuati sulla Sindone di Torino nel
1988 sono stati ampiamente diffusi come la ‘prova’ che il lenzuolo era un
falso medievale, Lennox, a differenza di tanti altri, è rimasto costante
continuando ammirabilmente a sostenere la propria opinione che propendeva per
l'autenticità, per me personalmente una fonte di sostegno e rassicurazione
molto apprezzata in un momento molto difficile.
Nel corso dei decenni in cui ho conosciuto Lennox mi sono sentito privilegiato
dalla sua amicizia. Si è sempre presentato come un modello di integrità, di
conoscenza ampia, di fede tranquilla, di gentile umorismo e di senso di
sicurezza. Si meritava la lunga e piena di vita che ha avuto. Anche se piango
la morte di un altro vecchio amico, posso solo essere grato di averlo
conosciuto, e di aver saputo che è morto con dignità e pace il 14 febbraio
2017. (Ian Wilson – 24 febbraio 2017)
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