Sabato la presentazione.
Rimosse le toppe cucite nel ´500 e sostituita la tela di sostegno «Sindone, un restauro
a rischio» Polemica degli scienziati
sul lavoro di ripulitura
di
Marco TOSATTI
CITTA´ DEL VATICANO - E´ polemica sulla Sindone: l´operazione
di «restauro» condotta ad agosto, e che verrà illustrata
sabato prossimo a Torino, ha suscitato reazioni molto forti nel mondo dei
sindonologi. L´eliminazione delle «toppe» cucite dalle
Clarisse dopo l´incendio di Chambéry, e la sostituzione della
tela di sostegno con un nuovo tessuto sono i due punti fondamentali su
cui si è già aperto un dibattito. E´ facile prevedere
che la conferenza stampa di sabato sarà circondata da molto calore.
Le prime perplessità riguardano le famose «toppe». I
rappezzi cuciti sul lenzuolo dalle suore Clarisse nel 1534 costituivano
una parte importante, significativa e visiva della storia e del patrimonio
della Sindone. Era urgente rimuoverle? Poi c´è il problema
delle modalità con cui l´operazione è stata condotta.
Varie voci nel mondo dei sindonologi lamentano che l´operazione sia
stata decisa da poche persone nel riserbo più totale. Se, come sembra,
la prossima ostensione della Sindone non dovrebbe avvenire prima del 2023,
ci si chiede da più parti perché la proposta di restauro
non è stata fatta oggetto di una consultazione più ampia,
visto il valore religioso del reperto. C´è poi un aspetto
decisamente più tecnico, ma non meno importante, vista la discussione
ancora aperta sulla validità degli esami al carbonio 14. Molti scienziati
si attendono che la dichiarazione ufficiale di sabato dia una descrizione
completa di tutti i trattamenti di conservazione, compresi qualsiasi pulizia,
spazzolatura, o aspirazione, condotti durante il «restauro, in modo
che i ricercatori indipendenti possano valutare se involontariamente è
stato fatto qualche danno». E che egualmente venga fornita una dettagliata
spiegazione degli esami scientifici, dei monitoraggi e della raccolta di
campioni che sono stati effettuati durante l´operazione. Ci si chiede
fra l´altro se la nuova tela di sostegno è stata analizzata
in merito alla presenza di residui chimici o ad impurità che potrebbero
interessare la Sindone. Il timore di alcuni sindonologi è che l´eliminazione
delle toppe e la sostituzione del telo abbiano compromesso in maniera rilevante
la possibilità di «leggere» la storia della Sindone
nel suo sviluppo secolare. Il simposio mondiale di esperti organizzato
dall’Arcidiocesi di Torino nel Marzo 2000 raccomandava: «È
essenziale una serie di esperimenti specificamente diretti a migliorare
la nostra conoscenza per gli scopi della conservazione, particolarmente
in considerazione dello sviluppo considerevole degli strumenti e dei miglioramenti
nei metodi analitici non-invasivi». Questa raccomandazione, lamentano
gli scienziati, non è stata seguita; e si chiedono perché
i ricercatori presenti a quel convegno, o gli scienziati dello STURP (Shroud
of Turin Research Project), il gruppo scientifico che probabilmente ha
compiuto la ricerca più ampia e scientificamente coordinata nel
1978 non sono stati consultati riguardo alle alterazioni. O, eventualmente,
chiamati a «monitorare» l'operazione e a raccogliere i dati
nei momenti opportuni. Il «Collegamento Pro-Sindone», un gruppo
molto attivo guidato dalla professoressa Emanuela Marinelli, ha scritto
anche al Papa, che della Sindone è «il proprietario»,
protestando perché l´operazione ha provocato «la perdita
di materiale prezioso: polveri, pollini, particelle di sangue e altre microtracce
presenti anche nelle parti finora nascoste della Sindone». La proposta
del «Collegamento» è che «venga allargata la Commissione
di conservazione della Sacra Sindone, sotto l'egida della Pontificia Accademia
delle Scienze»: cioè sotto un più diretto controllo
del Papa.