In data 1° novembre 2002 il cardinale Arcivescovo, Custode Pontificio della Sindone, ha costituito la Commissione diocesana per la Sindone, nominandone i seguenti membri: mons. Giuseppe Ghiberti, presidente; don Ferruccio Ceragioli, vicepresidente; mons. Dario Berruto, don Mario Filippi salesiano, can. Giuseppe Chicco, rettore della chiesa del S. Sudario in Torino (sacerdoti incaricati della pastorale sindonica); can. Francesco Cavallo, parroco della Cattedrale (anche come rappresentante del Capitolo Metropolitano); prof. Piero Savarino, Consulente scientifico del Custode.
Il processo di carbonizzazione della Sindone può «camminare»? Risponde Ray N. Rogers, chimico della University of California, con l’articolo “La chimica dei processi autocatalitici nel contesto della Sindone di Torino”: sulla base dei dati chimici certi e delle attuali condizioni di conservazione, la Sindone di Torino non corre alcun pericolo di decomposizione autocatalitica.
Alcuni interessanti commenti sull’intervento dell’estate 2002 si possono trovare sul sito internet http://www.shroud.com/restored.htm in inglese.
Il 10 agosto 2002 all’età di 98 anni è deceduto Antoine Legrand, il decano dei sindonologi francesi.
Lunedì 23 settembre 2002 alle ore 10:30 presso il Centro Russia Ecumenica di Vicolo del Farinone 30 a Roma si è tenuta una conferenza stampa per commentare i risultati degli interventi eseguiti sulla Sindone nei mesi di giugno e luglio 2002. Sono intervenuti: Prof. Ing. Giulio Fanti, docente di Misure Meccaniche e Termiche all’Università di Padova e coordinatore del Progetto “ATLAS” di studio sulla Sindone; Prof. William Meacham, docente di Archeologia all’Università di Hong Kong; Prof. Heinrich Pfeiffer S.J., docente di Storia dell’Arte Cristiana presso l’Università Gregoriana di Roma e membro della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa; Dott. Orazio Petrosillo, giornalista e vaticanista de “Il Messaggero” di Roma; Prof. Emanuela Marinelli, docente di Scienze Naturali e Chimica, autrice di libri sulla Sindone. Moderatore: Dott. Alberto Di Giglio, direttore de “Il Telo”, Rivista di Sindonologia.
Padre Heinrich Pfeiffer ha ammesso che la delicatezza e la perizia
professionale delle operatrici, la Dott.ssa Mechthild Flury-Lemberg e la
Dott.ssa Irene Tomedi, è indiscussa; questo non vuol dire, però,
che non si siano probabilmente perse diverse possibili informazioni sull’oggetto.
Si è raggiunta una pulizia impeccabile, ma bisogna chiedersi se
questo era l’obiettivo prioritario.
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In merito alle tensioni delle cuciture, il Prof. Giulio Fanti ha sottolineato che tali tensioni dovevano essere prima misurate “cucendo” nel tessuto fibre ottiche con un particolare reticolo (reticolo di Bragg).
È legittima la preoccupazione per l’ulteriore indebolimento dell’antico Telo bruciacchiato, privato della tela d’Olanda e delle toppe, che lo sostenevano evitando la possibilità di qualsiasi lacerazione. È preoccupante pure la variazione di misure del lenzuolo: uno dei lati lunghi è cresciuto di circa quattro centimetri e l’altro di circa otto. Per distendere le pieghe sono stati applicati pesi di piombo e fra gli strumenti usati è elencato un vaporizzatore a ultrasuoni. Lo stress della manipolazione, fatta oltretutto a mani nude, è stato aggravato da più di un mese di esposizione alla luce. Nel filmato che documenta le operazioni si vede anche una lampada a incandescenza accesa convogliare luce sul telo senza nessuno all’opera. Chi ha visto la Sindone in altre occasioni la trova ora più inscurita.
Il Prof. William Meacham ha notato che la rimozione del materiale carbonizzato e delle polveri ha comportato la perdita dell’opportunità di studiarli in situ; inoltre la mescolanza del materiale carbonizzato con le altre particelle ha fatto perdere la possibilità di uno studio separato. Sotto il profilo storico si teme pure la perdita delle pieghe che potevano testimoniare il modo di conservazione della Sindone nelle epoche più antiche. Lo stesso restauro cinquecentesco che è stato distrutto era una testimonianza storica, ora irrimediabilmente andata perduta.
La Prof.ssa Emanuela Marinelli ha ricordato che l’intervento ha suscitato notevoli perplessità fra molti studiosi della Sindone: infatti non appariva necessario e urgente un intervento così drastico. La decisione di compiere tale operazione è stata presa da un gruppo molto ristretto di persone, senza una più ampia consultazione fra gli scienziati e gli storici che da molti anni si interessano di questa Reliquia. Infatti nessuno aveva proposto un intervento del genere negli otto congressi internazionali tenutisi negli ultimi quattro anni (Torino 1998, Richmond 1999, Rio de Janeiro 1999, Torino 2000, Orvieto 2000, Dallas 2001, Parigi 2002, Rio de Janeiro 2002), nemmeno in quelli convocati dal Centro Internazionale di Sindonologia di Torino (Torino 1998) e dall’Arcivescovado di Torino (Torino 2000). Nove scienziati che hanno partecipato a quest’ultimo congresso hanno scritto una lettera di protesta al Custode della Sindone, che è l’Arcivescovo di Torino, Card. Severino Poletto, proprio in merito alla mancanza di questa necessaria consultazione previa. Molti altri sindonologi hanno espresso le loro perplessità scrivendo direttamente al Papa.
In nessuna rivista scientifica è apparso un articolo che motivasse la necessità di tale intervento. Che l’opportunità di compierlo sia stata “sottolineata con forza dal compianto Prof. Alan Adler, membro della Commissione per la Conservazione”, come è stato comunicato ufficialmente, contrasta con il fatto che questo illustre scienziato non l’ha mai scritto nei suoi lavori scientifici.
L’operazione, condotta in segreto e da poche persone, ha impedito a molti altri studiosi di effettuare le ricerche da essi ufficialmente proposte dopo il congresso di Torino 2000 e Orvieto 2000.
Per interventi di tale portata sarebbe necessaria una più ampia consultazione preventiva e un dibattito allargato fra esperti per evitare possibili ulteriori danni irreparabili all’oggetto, che è la più importante Reliquia della Cristianità. Sarebbe opportuno, quindi, che venisse allargata la commissione di conservazione della Sacra Sindone. Anche la commissione diocesana per la Sindone dovrebbe essere ampliata e trasformata in una commissione scientifica internazionale per la Sindone, sotto l’egida della Pontificia Accademia delle Scienze. È logico che per motivi pratici il Custode della Sindone abbia chiamato ad essere suoi più stretti collaboratori alcuni studiosi residenti a Torino, ma ognuno di loro dovrebbe essere il coordinatore di una sottocommissione nella quale far confluire tutti gli esperti della stessa disciplina (sono una trentina quelle che si occupano della Sindone) sparsi per il mondo. La Sindone non può essere considerata un patrimonio diocesano di Torino! Ovviamente le informazioni relative alla Sacra Sindone devono essere rese pubbliche ufficialmente in modo tempestivo e trasparente.
Anche il Dott. Orazio Petrosillo ha ricordato che la Sindone è un bene universale ed ha lamentato l’inspiegabile carenza di informazioni intorno a questa operazione. Ha inoltre avuto parole di apprezzamento per il dono fatto ai giornalisti dal Card. Poletto, che ha concesso loro un’ostensione privata del venerato Lino.
Sabato 21 settembre 2002 alle 11:00 nell'aula magna del Seminario Metropolitano di via XX Settembre 83 a Torino si è tenuta una conferenza stampa per illustrare i risultati degli interventi eseguiti sulla Sindone nei mesi di giugno e luglio 2002. Sono intervenuti: Card. Severino Poletto, Arcivescovo di Torino, Custode pontificio della Sindone; Prof. Piero Savarino, assistente scientifico del Custode; Mons. Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone; Dott. Marco Bonatti, direttore del settimanale diocesano "La Voce del Popolo". La dott.ssa Mechthild Flury-Lemberg, direttrice emerita del Museo Abegg di Riggisberg (Svizzera), è stata a disposizione per eventuali precisazioni.
La Sacra Sindone prima dell'intervento di rimozione del restauro del 1534 (A. Guerreschi) |
La Sacra Sindone dopo l'intervento di rimozione del restauro del 1534 (Arcidiocesi di Torino) |
Fra il 20 giugno e il 23 luglio 2002 la Sacra Sindone è stata sottoposta ad un notevole intervento che ha comportato la rimozione del restauro operato dalle suore Clarisse di Chambéry nel 1534. All’epoca, per riparare i gravi danni di due anni prima, furono apposti trenta rappezzi sui fori provocati dall’incendio e una tela d’Olanda sul retro della Sindone come fodera di sostegno. Ora tutti i rappezzi sono stati asportati e tutti i bordi carbonizzati dei fori sono stati raschiati via. I fori sono quindi divenuti più grandi e sono stati lasciati scoperti. Sul retro della Sindone è stata cucita, con aghi ricurvi e filo di seta, una nuova tela che risale a una cinquantina d’anni fa. Inoltre è stata effettuata la scansione digitale completa sia sulla superficie dove è visibile l’immagine dell’Uomo della Sindone, sia sul retro che è tornato poi ad essere nascosto dalla nuova fodera. Infine è stata realizzata una documentazione fotografica completa e sono stati operati alcuni prelievi di materiale.
Le motivazioni addotte dalla commissione che ha operato (non è stato reso noto però un elenco dei membri) riguardano la riduzione del problema delle pieghe esistenti sul telo, la tensione irregolare e incontrollata provocata dai punti di cucitura e la limitazione dei danni dovuti alla presenza di residui carboniosi. Inoltre le condizioni di pulizia della fodera erano ritenute assai preoccupanti e sotto le toppe si erano accumulati per quasi cinque secoli polvere e detriti, oltre ai frammenti di tessuto carbonizzato.C’era anche un’altra incredibile preoccupazione: “il processo di carbonizzazione aveva «camminato» e non si era probabilmente ancora arrestato”. Sono le parole di Mons. Giuseppe Ghiberti, presidente della commissione diocesana per la Sindone.
Dopo la conferenza stampa, i giornalisti sono stati accompagnati dal Card. Poletto nella Cappella della Sindone per una ostensione privata del Sacro Lino.
Venerdì 20 settembre 2002 alle ore 19:00 un gruppo di scienziati ed esperti della Sindone sono stati invitati ad un'ostensione privata della Reliquia, preceduta da alcune spiegazioni sul lavoro svolto. Agli intervenuti è stata offerta una cena nella sagrestia del Duomo.
Gli articoli posti nei riquadri sottostanti sono le notizie sull'intervento condotto segretamente sulla Sindone fra il 20 giugno e il 23 luglio 2002.
AP.BISCOM, Giovedì 19 settembre 2002 – Sale l’attesa (e le polemiche) tra i sindonologi di tutto il mondo per conoscere nel dettaglio i risultati dell’ultimo restauro sulla Sindone. Alla vigilia della relazione del cardinale di Torino, Severino Poletto, non si placa affatto la querelle sul delicato intervento “conservativo” intrapreso senza troppa pubblicità ad agosto per togliere le ‘toppe’ e i rammendi fatti nel 1534 dalle suore di Chambéry a seguito del devastante incendio che rovinò il sacro telo. |
LA STAMPA - Marco Tosatti, Mercoledì 18 settembre 2002, pag. 16 - Marco Bonatti, portavoce della Diocesi di Torino, risponde ai dubbi sollevati da molte parti sul «restauro» della Sindone. «Come è stato già da tempo annunciato, il Custode, cardinale Severino Poletto, insieme con i suoi assistenti, ha convocato per sabato una conferenza stampa durante la quale verranno fornite tutte le informazioni sugli interventi effettuati, che avevano lo scopo di garantire le migliori condizioni possibili di conservazione per la Sindone. E´ dal 1992 che la Commissione per la conservazione (organismo permanente, che non ha nulla a che vedere con il Simposio internazionale del 2000 o con i congressi di sindonologia) studia e via via mette a punto nuove condizioni di conservazione per la Sindone (si pensi alla sistemazione orizzontale, o alla realizzazione della nuova teca)». |
LA STAMPA - Marco Tosatti, Mercoledì 18 settembre 2002, pag. 16 - È polemica sulla Sindone: l´operazione di «restauro» condotta ad agosto, e che verrà illustrata sabato prossimo a Torino, ha suscitato reazioni molto forti nel mondo dei sindonologi. L´eliminazione delle «toppe» cucite dalle Clarisse dopo l´incendio di Chambéry, e la sostituzione della tela di sostegno con un nuovo tessuto sono i due punti fondamentali su cui si è già aperto un dibattito. E´ facile prevedere che la conferenza stampa di sabato sarà circondata da molto calore. […] Il «Collegamento Pro-Sindone», un gruppo molto attivo guidato dalla professoressa Emanuela Marinelli, ha scritto anche al Papa, che della Sindone è «il proprietario», protestando perché l´operazione ha provocato «la perdita di materiale prezioso: polveri, pollini, particelle di sangue e altre microtracce presenti anche nelle parti finora nascoste della Sindone». La proposta del «Collegamento» è che «venga allargata la Commissione di conservazione della Sacra Sindone, sotto l'egida della Pontificia Accademia delle Scienze»: cioè sotto un più diretto controllo del Papa. |
IL NOSTRO TEMPO n. 31 – Marco Bonatti, Domenica 1 settembre 2002, pag. 5 - Immagini di una Sindone “tutta nuova”, quelle che verranno presentate fra un paio di settimane a Torino dal cardinale Severino Poletto, custode pontificio del Lenzuolo. La nuova immagine è il risultato della serie di interventi e restauri eseguiti negli scorsi mesi di giugno e luglio sul Telo che, secondo la tradizione della Chiesa, ha custodito il corpo del Cristo morto nel sepolcro, e che richiama potentemente i segni della Passione del Signore attraverso l’immagine di cui la scienza non è riuscita a stabilire la natura e la formazione. I restauri verranno presentati dettagliatamente nelle prossime settimane dal custode pontificio, l’arcivescovo di Torino Poletto, e saranno corredati da una serie delle nuove immagini del Telo. |
LA VOCE DEL POPOLO - Marco Bonatti, Mercoledì 28 agosto 2002 - Sarà una Sindone «nuova» quella che verrà presentata nelle prossime settimane dal Custode cardinale Poletto: nei mesi di giugno e luglio si sono svolti infatti, importanti lavori di «restauro» del Telo custodito nel Duomo di Torino. […]Tutti gli interventi di cucitura sono stati compiuti dalla dott. Metchild Flury Lemberg, già direttrice del Museo Abegg di Berna ed esperta di tessuti, con l’assistenza della dott. Irene Tomedi. La rimozione delle toppe e delle vecchie cuciture ha consentito anche di asportare il pulviscolo e i vari detriti che si erano accumulati sul Lenzuolo nel corso dei secoli. Ogni frammento rimosso è stato catalogato e viene custodito in Arcivescovado. Un secondo lavoro ha riguardato la scansione elettronica completa delle due facce della Sindone, effettuata dall'équipe del prof. Paolo Soardo, dell’Istituto «G. Ferraris» di Torino: ora sarà possibile disporre della intera «mappatura digitale» del Telo. |
DISCOVERY NEWS - Rossella Lorenzi, Sabato 24 agosto 2002 - Questa estate si stanno effettuando nuovi esami sulla Sindone di Torino in un esperimento segreto nella nuova sagrestia della Cattedrale di Torino. Nello sforzo di risolvere il mistero che avvolge una delle più controverse reliquie dalla Cristianità, il Vaticano ha confermato che trenta toppe triangolari erano state rimosse dalla Sindone. |
ASSOCIATED PRESS - Roxana M. Popescu, Mercoledi 21 agosto 2002 - Esperti della Sindone di Torino mercoledì hanno detto di sentirsi frustrati e traditi nell’apprendere che un’esperta tessile svizzera aveva ottenuto l'approvazione del Vaticano per esaminare il sacro telo senza il coinvolgimento da parte della comunità scientifica internazionale. |
THE TIMES - Richard Owen, Mercoledi 21 agosto 2002, pag. 11 - Un recente tentativo da parte di funzionari cattolici di dimostrare che la Sindone di Torino è autentica e non un falso medioevale ha provocato una disputa, dopo che gli esperti hanno detto che gli esami potrebbero danneggiare il tessuto. |
RADIO 24 - Linea 24, Lunedì 12 agosto 2002 - È da poco terminato il restauro della Sacra Sindone, effettuato da parte della Diocesi di Torino. Ai nostri microfoni Emanuela Marinelli, esperta sindonologa, e Marco Bonatti, direttore della “Voce del Popolo”, settimanale della Curia di Torino. |
IL TEMPO - Francesco Sisinni, Domenica
11 agosto 2002, pag. 15 - La notizia di un recentissimo
intervento sulla Sindone, reliquia che gran parte del mondo scientifico
ritiene autentica e che l’universalità cristiana dei credenti
venera come sacro, sorprende ed inquieta, tanto più che tale intervento
sarebbe stato permesso da chi, come la Chiesa, con i suoi editti celebri
ed i suoi straordinari Soprintendenti ha scritto pagine fondamentali nella
storia della tutela.
La notizia, appena vissuta, comunica che dal lenzuolo, che avrebbe avvolto il corpo di Gesù, deposto dalla croce, sarebbero stati asportati i trenta rappezzi e la tela di supporto, detto di Olanda, con cui quasi cinque secoli or sono si ritenne rattopparlo nei buchi causati dall’incendio del 1532. […] Dunque, questo bene sulla cui autenticità materica e storica si sono affannati studiosi di ogni parte del mondo ed innanzi a cui si sono inginocchiati milioni di fedeli dell’intero orbe, sarebbe stato ora sottoposto ad un intervento così rilevante? E ciò nonostante il diffuso convincimento che il «noli tangere», innanzi alle reliquie non è dettato da mero conservatorismo, ma dalla consolidata cultura della tutela che ci avverte del rispetto che dobbiamo non solo del bene in se, ma di quanto la storia ha su esso lasciato, con segni che sono parimenti testimonianze da conservare. Chi, ad esempio, oserebbe oggi asportare dalle statue pervenute mutili dalla classicità greco-romana le integrazioni rinascimentali e barocche e non solo quelle famose del Bernini? Eppure quelle statue non configurano quell’«unicum», che è, invece, la Sindone. Certamente - se la notizia dell’intervento è fondata - ci saranno state ragioni molto serie e quindi necessità gravi ed urgenti per intervenire. Sarebbe perciò vivamente auspicabile una sollecita informazione al riguardo. […] |
IL GIORNALE NUOVO DEL PIEMONTE - Fabio Marzano, Sabato, 10 agosto 2002, pag. 3 - Un lavoro da sarti con l’aureola. Solo le suore Clarisse di Chambéry, nel 1534, avevano osato ricucire la Sindone dopo che un incendio nel 1532 aveva danneggiato il sacro lenzuolo, allora custodito nella cattedrale dell’allora capitale del ducato di Savoia. Questa volta, invece, l’operazione è stata condotta da un’esperta tessile svizzera Metchild Flury-Lemberg. Mani di fata, anzi di santa. |
ADNKRONOS, Sabato 10 agosto 2002 - La sacra Sindone cambia 'volto'. E' stato ultimato il restauro del lenzuolo, con l'eliminazione dei trenta rattoppi cuciti dalle clarisse di Chambéry dopo l'incendio del 1532 alla Saint Chapelle. |
LA REPUBBLICA - Marco Trabucco, Sabato 10 agosto 2002, pag. 23 - Il volto nuovo della Sindone: eliminati gli antichi rammendi. Il curatore del museo: “L’aspetto ora è abbastanza diverso da quello cui eravamo abituati, ma il restauro era assolutamente necessario”. |
AVVENIRE, Sabato 10 Agosto 2002, pag. 7 - Il “Lenzuolo”, dopo essere sopravvissuto allo spaventoso incendio del 1997 è ora custodito in una teca speciale. E per proteggere adeguatamente la reliquia, sono stati adottati i più moderni sistemi di conservazione e allarme. |
AVVENIRE - Giulio Zambrelli, Sabato 10 Agosto 2002, pag. 7 - L’arcivescovo di Torino, custode del Telo, ha annunciato che a settembre informazioni e immagini dei lavori portati a termine in questi giorni saranno messi a disposizione della comunità scientifica e dell’opinione pubblica. L’intervento sulla sacra reliquia, condotto in maniera riservata e con il via libera del Vaticano, è stato necessario per assicurare migliori condizioni di conservazione. Unanime il consenso della Commissione internazionale. |
LA STAMPA - Francesca Paci, Sabato 10 Agosto 2002, pag. 15 - La diocesi di Torino ammette la rimozione silenziosa dei trenta rappezzi cuciti sul lenzuolo dopo l´incendio del 1532 alla Saint Chapelle, ma precisa che «l´intervento è stato condotto in totale accordo con la Santa Sede e sulla base delle indicazioni emerse dal simposio mondiale del 2000». Da Roma confermano. La Segreteria di Stato fa sapere di aver avallato «la procedura accelerata in virtù dell´assoluta fiducia di cui gode il cardinal Severino Poletto». Il Vaticano sapeva, sapevano i sindonologi della conservazione della reliquia. |
IL MESSAGGERO - Orazio Petrosillo, Sabato 10 Agosto 2002, pag. 10 - La Curia di Torino ha confermato in pieno la sorprendente operazione di rimozione dei rattoppi della Sindone, compiuta in gran segreto nella sagrestia nuova del duomo di Torino dal 20 giugno al 22 luglio. |
ASSOCIATED PRESS, Venerdì 9 Agosto 2002 - Un’esperta tessile svizzera ha detto venerdì di aver effettuato esami sulla Sindone di Torino, che i credenti dicono sia stata usata come il telo funebre di Gesù. Mechthild Flury-Lemberg, parlando al telefono da Berna, Svizzera, ha ammesso che ci sono stati degli esami, ma non ha voluto spiegare che cosa stesse studiando o in che cosa fossero consistiti tali esami. |
ANSA, Venerdì 9 Agosto 2002 – Tra il 20 giugno e il 22 luglio 2002 la Sindone è stata tolta dalla teca blindata posta sotto il palco reale del Duomo di Torino e portata nella adiacente sacrestia per effettuare un intervento scientifico-conservativo. Si è intervenuti per asportare la trentina di rammendi e rattoppi fatti dalle suore Clarisse di Chambéry nel 1534. L’operazione, condotta dall' esperta tessile svizzera Mechthild Flury-Lemberg, è consistita anche nella sostituzione della tela d'Olanda cucita, sempre dalle Clarisse, sul retro della Sindone ed ha comportato pure nuovi accertamenti scientifici «non invasivi». |
IL MESSAGGERO - Orazio Petrosillo, Venerdì 9 Agosto 2002, pag. 8 - Nuovo mistero sulla Sindone. Dal 20 giugno al 22 luglio il presunto lenzuolo funebre di Gesù è stato sottoposto a un radicale intervento di restauro, senza che la Commissione per la conservazione della Sindone fosse stata coinvolta. Sono state rimosse le trenta “toppe" apposte sul lenzuolo dopo l’incendio del 1532 e la tela di sostegno posteriore. Si temono danni. Polemiche. |
IL MESSAGGERO - Orazio Petrosillo, Venerdì 9 Agosto 2002, pag. 8 - Il risultato dei test di datazione della Sindone con il metodo del carbonio radioattivo (C14), effettuati nell’88 dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo e che datavano il tessuto sindonico tra il 1260 e il 1390, è stato falsato dalla presenza, proprio nel punto di prelievo dei piccoli campioni di lino, di un rammendo invisibile del XVI secolo. Lo sostengono due sindonologi americani Sue Benford e Joseph Marino. [...] Interessanti osservazioni sono state condotte da Ray N. Rogers, un chimico che già fece parte dello Sturp, il gruppo di scienziati americani che esaminò la Sindone nel 1978.